Quando finirà il petrolio?

Il petrolio, come sappiamo, è una risorsa non rinnovabile destinata quindi ad esaurirsi, ma in realtà non ci è dato ancora sapere con certezza quando finirà del tutto.

Ogni aspetto dell’esistenza umana dipende strettamente dal petrolio, basti pensare all’industria, all’agricoltura moderna e meccanizzata, ai trasporti sia terresti che aerei e, perché no, alla guerra stessa.

Che la risorsa del petrolio sia in fase di esaurimento è un dato di fatto e, diversamente da quanto accade solitamente, il parere degli studiosi a riguardo è perfettamente unanime. L’esaurimento del petrolio è facilmente dimostrabile se si prendono in considerazione alcuni dati inconfutabili, uno tra tutti il fatto che circa 4/5 del petrolio che usiamo proviene da giacimenti petroliferi la cui scoperta risale a prima degli anni 70, mentre i giacimenti di più recente scoperta sono pochissimi e anche di ridotte dimensioni, quindi di difficile e dispendiosa estrazione.

Ciò che preoccupa al momento non è il totale esaurimento delle risorse petrolifere bensì la previsione che si arrivi in tempi assai stretti al cosiddetto picco di Hubbert, cioè il momento in cui la produzione del petrolio raggiungerà il suo culmine per poi cominciare a diminuire drasticamente fino a esaurirsi nel giro di un certo numero di anni.

Se ancora oggi i paesi produttori di petrolio non hanno superato il picco di estrazione, quel che è certo è che stanno per farlo: e non è un caso che sempre più spesso gli investimenti dei grandi emirati arabi si orientino sulle nuove tecnologie o sullo “shopping” nei mercati italiani e greci. Si prevede, infatti, che tra il 2012 e il 2015 o, comunque, non più tardi del 2037 assisteremo impotenti a una graduale e lenta riduzione della fornitura del petrolio seguita da un aumento spropositato della domanda con i prezzi della benzina che schizzeranno ulteriormente alle stelle, senza trascurare l’aumento smisurato del prezzo del cibo e anche dei biglietti aerei, mentre i voli si ridurranno drasticamente. Sarà quindi un momento epocale per la storia di tutta l’umanità.

Nel 2010 la B.P Statistical Review ha reso pubblica una tabella che specifica il numero di anni entro il quale si pensa dovrebbero esaurirsi i giacimenti di petrolio di ciascun paese produttore, vediamola.

Arabia Saudita: 66 anni

Iran: 87 anni

Iraq: 157 anni

Kuwait: 103 anni

Emirati Arabi Uniti: 90 anni

Venezuela: 78 anni

Russia: 22 anni

Libia: 62 anni

Kazakhstan: 76 anni

Nigeria: 40 anni

USA: 12 anni

Canada: 15 anni

Cina: 12 anni

Qatar: 37 anni

Messico: 10 anni

Algeria: 17 anni

Brasile: 19 anni

Angola: 18 anni

Norvegia: 8 anni

Azerbaijan: 29 anni

Questa tabella insieme alla consapevolezza che nell’arco di circa 20 anni il divario tra domanda e offerta del petrolio sarà tale che il prezzo della benzina attuale ci sembrerà quasi un bel ricordo, rappresentano, senza dubbio, un motivo in più per puntare sulla mobilità ecosostenibile rinunciando, quanto più possibile, alla benzina almeno sulle strade.

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